28 marzo 193: morte di Pertinace

pertinace5131
Publio Elvio Pertinace

Il 28 Marzo 193 l’imperatore Publio Elvio Pertinace (126-193 d.C.), dopo soli 83 giorni di regno, viene assassinato a Roma dai pretoriani, sobillati dal Prefetto del Pretorio Emilio Leto, già tra i membri della congiura, insieme con il cubiculario Eclecto e la concubina Marcia, che aveva eliminato Commodo nella notte del 31 dicembre 192. Pertinace era accusato dai pretoriani di aver offerto un donativo di dodicimila sesterzi a persona, inferiore alle attese, a causa della difficile situazione in cui versavano le casse dell’impero dopo il regno di Commodo. Pare infatti che, alla morte di Commodo, nelle casse dello Stato fosse rimasto solo un milione di sesterzi. Dione Cassio, Erodiano e la biografia della Historia Augusta, che sono le nostre fonti principali su questo periodo, sono concordi nel giudicare positivamente il breve regno di Pertinace, visto come attuazione dell’aristocrazia, intesa come partecipazione dei cittadini migliori al governo. Pertinace era ligure, originario di Alba Pompeia; nonostante le umili origini del padre, che era un liberto commerciante di lana, percorse tutti i gradi del cursus honorum grazie alla stima di cui godeva presso Claudio Pompeiano, il fraterno amico di Marco Aurelio. Pertinace stesso, molto devoto nei confronti del Senato, si ispirava agli ideali di Marco Aurelio e tentò di risolvere la crisi economica che attanagliava l’impero tramite una politica di colonizzazione ed assegnazione di terre, oltre a tentare di recuperare le ricchezze donate da Commodo ai suoi liberti o sperperate in beni di lusso.

Pertinace aureoD
Aureo di Pertinace

Purtroppo per lui, ai pretoriani interessava solo il denaro: duecento di loro irruppero di notte nel palazzo imperiale e trucidarono Pertinace e il liberto Eclecto, che da soli si erano fatti loro coraggiosamente incontro. Il corpo di Pertinace fu decapitato e la testa fu infilzata su una lancia. I pretoriani misero allora letteralmente all’asta il potere imperiale al miglior offerente: se lo aggiudicò il senatore Didio Giuliano, offrendo la cifra di venticinquemila sesterzi a soldato.

Lascia un commento