
I festeggiamenti iniziavano con il sacrificio di un montone dal manto nero, simbolo di fertilità, da parte del Rex Sacrorum, nell’antico edificio della Regia, il che è un indizio dell’origine arcaica di questa festa. La tradizione romana attribuiva infatti l’istituzione degli Agonalia a Numa Pompilio.
Veiove (Vediove) era una antica divinità di origine italica o etrusca, il cui carattere originario era diventato oscuro anche agli eruditi romani che ne scrissero, cercando di chiarirne l’origine. Secondo Varrone, il culto di Veiove era uno di quelli la cui istituzione risaliva al regno di Tito Tazio.
Per alcuni, inoltre, Veiove era una divinità di carattere infernale, assimilabile a Plutone. Altri, a causa del nome, lo collegavano a Giove, laddove il prefisso “ve” indicava per Ovidio un Giove “fanciullo”; per Aulo Gellio un Giove “negativo”, un dio pericoloso, appartenente al mondo sotterraneo.
L’aspetto ctonio e infernale di Veiove era confermato, secondo Macrobio, dalla presenza del suo nome negli antichi riti romani di maledizione dell’esercito nemico, che avevano il potere di consegnarlo alle potenze infere del sottosuolo. A questa tenebrosa divinità era lecito immolare i colpevoli di tradimento verso le leggi dello Stato, come testimoniava Dionigi di Alicarnasso.
Tradizionalmente, Veiove era però anche il dio protettore dell’Asylum, il bosco sacro sulle pendici del Campidoglio, dove chiunque poteva rifugiarsi senza correre il rischio di essere cacciato.
Secondo la tradizione, era stato Romolo ad istituire questo luogo sacro, in cui accogliere chiunque volesse trasferirsi a Roma, straniero, fuggiasco o supplice che fosse.
Veiove era inoltre oggetto di culto da parte della gens Iulia, di cui figurava come padre in un’iscrizione rinvenuta a Bovillae. Gellio (Noctes Atticae, V, 12, 11) descriveva la statua di culto di Veiove sul Campidoglio come un giovane senza barba, recante in mano delle frecce “evidentemente destinate a nuocere” e con accanto una capra. A Veiove vennero dedicati un santuario sul lato settentrionale dell’isola Tiberina nel 194 a.C., e un tempio nella zona detta “inter duos lucos“, ovvero tra due boschi, inaugurato il 7 marzo del 192 a.C., che si trovava tra le due cime del Campidoglio, cioè tra l’Arx e il Capitolium, presso l’Asylum.

Quest’ultimo venne scavato negli anni 1940-41 accanto al Tabularium e identificato con certezza grazie alla scoperta, nella cella del tempio, della colossale statua di culto, acefala e priva di braccia, descritta da Gellio, databile alla fine del I secolo d.C. e conservata ora nei Musei Capitolini. Nel 1955 a Monterazzano, nei pressi di Viterbo, venne invece rinvenuta una raffinata statuetta bronzea di Veiove, che ci consente di immaginare come fosse quella del Campidoglio.